"...bisogna saper usare bene la giusta tecnica di emissione assieme alla respirazione diaframmatica...
...cantando sul fiato e sulla parola, appoggiando in maschera senza usare suoni gutturali o nasali..." BENIAMINO GIGLI
Una lezione di canto a dir poco straordinaria, riassunta in pochissime parole dal grande Tenore Beniamino Gigli.
Sostanzialmente Gigli riassume i dettami più importanti di una vera e indispensabile Tecnica Vocale in tre punti:
1) "usare la giusta tecnica di emissione" CHE VUOL DIRE?
- L'emissione vocale avviene in gola, precisamente nella LARINGE per opera dell'adduzione delle corde vocali. La LARINGE è uno strumento vocale MOBILE e FLESSIBILE, forzare la sua posizione e forzare il volume significa sostanzialmente cantare malissimo e con grande sforzo. Usare "la giusta tecnica di emissione" vuol dire lasciare in pace il proprio strumento vocale laringeo, facendo in modo che esso si muova e scivoli flessibilmente come e dove vuole.
2) "cantando sul fiato e sulla parola" CHE VUOL DIRE? Che senza un uso SAPIENTE della gestione del FIATO, la voce lirica non avrà il carburante necessario per funzionare. Quindi cari studenti di Canto, studiate la respirazione DIAFRAMMATICO - INTERCOSTALE, usata da Gigli, Caruso, Ponselle e da tutti i titani del Belcanto nel mondo!
"cantando sulla parola" CHE VUOL DIRE? Non possiamo dimenticare che l'Opera è teatro in musica, e benché nell'emissione lirica (specialmente ACUTA) siano necessari dei piccoli aggiustamenti nella pronuncia soprattutto delle vocali, non dimentichiamo di cercare di articolare al meglio vocali e consonanti con un uso sapiente delle labbra!
3) "appoggiando il suono in maschera senza usare suoni gutturali o nasali" CHE VUOL DIRE?
La tecnica del canto POP e quella del canto lirico, contrariamente a quanto dichiarato da decine di siti e scuole che la fanno molto facile, sono COMPLETAMENTE DIVERSE.
Il canto lirico mette in risonanza sia la cassa toracica (voce di petto) che le cavità presenti nella testa (voce di testa). La voce che "risuona in testa" viene da secoli chiamata "MASCHERA" e dev'essere SEMPRE PRESENTE anche quando usiamo la voce di petto. Gigli ci dice praticamente che la produzione dei suoni nel canto lirico non deve fermarsi in gola ma deve usare proprio i risuonatori alti per essere ben amplificata e udibile e non sforzata.
La sensazione della "MASCHERA" nel Canto Lirico |
L'idea della "maschera" certamente non dev'essere un'ossessione, (bisogna comunque evitare qualsiasi rigidità!!!!) ma è un concetto FONDAMENTALE nella scuola italiana.
Ringraziamo il sito http://www.michelangeloverso.com/Gigli_IT.htm per l'importante contributo
Un saluto cordiale a tutti, M° Astrea Amaduzzi
-------------------------------------