venerdì 21 novembre 2014

Beniamino Gigli e la giusta tecnica

"...bisogna saper usare bene la giusta tecnica di emissione assieme alla respirazione diaframmatica... 
...cantando sul fiato e sulla parola, appoggiando in maschera senza usare suoni gutturali o nasali..." BENIAMINO GIGLI


Una lezione di canto a dir poco straordinaria, riassunta in pochissime parole dal grande Tenore Beniamino Gigli.

Sostanzialmente Gigli riassume i dettami più importanti di una vera e indispensabile Tecnica Vocale in tre punti:

1) "usare la giusta tecnica di emissione" CHE VUOL DIRE?
- L'emissione vocale avviene in gola, precisamente nella LARINGE per opera dell'adduzione delle corde vocali. La LARINGE è uno strumento vocale MOBILE e FLESSIBILE, forzare la sua posizione e forzare il volume significa sostanzialmente cantare malissimo e con grande sforzo. Usare "la giusta tecnica di emissione" vuol dire lasciare in pace il proprio strumento vocale laringeo, facendo in modo che esso si muova e scivoli flessibilmente come e dove vuole.

2) "cantando sul fiato e sulla parola" CHE VUOL DIRE? Che senza un uso SAPIENTE della gestione del FIATO, la voce lirica non avrà il carburante necessario per funzionare. Quindi cari studenti di Canto, studiate la respirazione DIAFRAMMATICO - INTERCOSTALE, usata da Gigli, Caruso, Ponselle e da tutti i titani del Belcanto nel mondo!

"cantando sulla parola" CHE VUOL DIRE?  Non possiamo dimenticare che l'Opera è teatro in musica, e benché nell'emissione lirica (specialmente ACUTA) siano necessari dei piccoli aggiustamenti nella pronuncia soprattutto delle vocali, non dimentichiamo di cercare di articolare al meglio vocali e consonanti con un uso sapiente delle labbra!

3) "appoggiando il suono in maschera senza usare suoni gutturali o nasali" CHE VUOL DIRE?
La tecnica del canto POP e quella del canto lirico, contrariamente a quanto dichiarato da decine di siti e scuole che la fanno molto facile, sono COMPLETAMENTE DIVERSE.
Il canto lirico mette in risonanza sia la cassa toracica (voce di petto) che le cavità presenti nella testa (voce di testa). La voce che "risuona in testa" viene da secoli chiamata "MASCHERA" e dev'essere SEMPRE PRESENTE anche quando usiamo la voce di petto. Gigli ci dice praticamente che la produzione dei suoni nel canto lirico non deve fermarsi in gola ma deve usare proprio i risuonatori alti per essere ben amplificata e udibile e non sforzata. 

La sensazione della "MASCHERA" nel Canto Lirico

L'idea della "maschera" certamente non dev'essere un'ossessione, (bisogna comunque evitare qualsiasi rigidità!!!!) ma è un concetto FONDAMENTALE nella scuola italiana.

Ringraziamo il sito http://www.michelangeloverso.com/Gigli_IT.htm per l'importante contributo

Un saluto cordiale a tutti, M° Astrea Amaduzzi


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sabato 1 novembre 2014

Licia Albanese e la voce lirica che "galleggia"

Licia Albanese è stata un'italiana straordinaria: un vero "gigante" dell'opera lirica mondiale.

Una delle sue testimonianze dirette sulla tecnica vocale sono per noi oggi preziose. Leggiamole insieme e cerchiamo di analizzarle:



<<Ho cantato con Schipa molte, molte volte. Ho iniziato la mia carriera con Schipa e Gigli, e l'orchestra era davvero molto sotto i cantanti.>>

<< Anche nel grande teatro li si poteva sentire! Avevano così grandi voci, Schipa specialmente. Era una tenore lirico leggero con una bella qualità di voce e una favolosa "mezza voce".
Cesare Valletti e Schipa erano Leggeri e si potevano sentire quelle voci anche in fondo al teatro. Ciò significa che essi non hanno mai spinto; hanno solo lasciato la voce galleggiare.>>

Quello che afferma qui la grande Licia Albanese è importantissimo e si ricollega a quanto già diceva Gigli rimproverando chi suonasse troppo forte accompagnando i cantanti (vedi articolo Il "capitale vocale" di Beniamino Gigli).
Le orchestre sono tenute dai direttori d'orchestra a volumi troppo forti, e spesso i cantanti assecondano inutilmente questo malcostume e spingono. La Albanese invece suggerisce, assai saggiamente, di prendere esempio dai grandissimi Cantanti del passato (fortuna che abbiamo le loro registrazioni!), pensando tecnicamente più ad una voce con emissione morbida e come si dice in gergo "che cammina", che ad un suono grasso voluminoso e antimusicale. In sostanza erano le stesse cose che mi dicevano i miei Maestri. (Confronta l'articolo "Il Belcanto e il suo linguaggio perduto")

 <<Questo è quello che dico ai giovani quando li vedo, "Perché non fate galleggiare la vostra voce in teatro?" Non fare [vocalizza in un grossolano, costretto, e non sofisticato suono ondulato] "Uhhhhhh," dove si spinge e si tiene il fiato nel retro. Invece, il fiato dovrebbe uscire. Bisogna fare [dimostra di cantare in un chiaro, rilassato tono di voce] "Ahhhhh". [Dimostra la stessa cosa, partendo più dolcemente e gradualmente aumentando di volume] "Ahhhhhhhhhhhhh." Questo funziona perché la nota è sul fiato.>>

Molto semplicemente Licia Albanese, che di tecnica vocale se ne intendeva moltissimo, sta dicendo che per un ottimo risultato nel canto lirico, è proprio del tutto inutile cercare un suono grosso e corposo che si sente molto all'interno del proprio corpo ma fa fatica poi a "camminare". Perché un suono in teatro invece sia sentito da tutti e senza difficoltà, deve "camminare" (i miei maestri mi dicevano "cerca un suono "a punta" e non urlare mai). Questo modo di cantare è veramente molto più semplice e fruttuoso, e soprattutto non fa male allo strumento vocale.


CHE COSA VUOL DIRE PERO'  "LASCIARE GALLEGGIARE LA VOCE" ?

Molto semplice! La laringe, sede delle corde vocali è UNO STRUMENTO MOBILE, e mentre si canta deve potersi muovere DA SOLA.  


Perché questo avvenga è necessario usare al meglio il sostegno del fiato, evitare qualsiasi forzatura e rigidità muscolare a livello di collo, lingua, mandibola e palato molle e lasciare che con un gioco muscolare morbido e coordinato con raffinatezza i suono nasca quasi da solo.



Un saluto cordiale, M Astrea Amaduzzi 


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<<I sang with Schipa many, many times.  I started my career with Schipa and Gigli, and the orchestra was really very much under the singers.  Even in the big theater you could hear them!  They had such great voices, Schipa especially.  He was a light, lyric tenor with a beautiful quality of voice and a great "mezza voce".
Cesare Valletti and Schipa were leggiero, light, and you could hear those voices even at the back of the opera.  That means they never pushed; they just left the voice floating.  That's what I tell to the young people when I see them, "Why don't you make your voice float in the theater?"  Not to do [vocalizes in a coarse, constricted, and unsophisticatedly undulating tone] "Uhhhhhh," where you push and you keep the breath in the back.  Instead, the breath should come out.  You need to do [demonstrates singing in a light, relaxed tone of voice]  "Ahhhhh."  [Demonstrates the same thing, starting more softly and gradually increasing in volume] "Ahhhhhhhhhhhhh."  This goes because the note is on the breath.>>

(da un'intervista telefonica al soprano Licia Albanese, effettuata dal giornalista radiofonico Bruce Duffie il 26 febbraio 1988)
 
[trad. it. di Mattia Peli]
 
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LICIA ALBANESE: il suo nome italiano negli States è quasi leggendario: Soprano di grande versatilità, ma il suo nome è rimasto legato anche indissolubilmente a Madama Butterfly;
cantò infatti più di 300 volte il personaggio di Cio-Cio San.  Il suo successo al Metropolitan Opera di New York fu trionfale ed ella cantò al Met per 26 stagioni di fila,  in 427 rappresentazioni e 17 ruoli diversi.

Invitata da Arturo Toscanini a cantare in un concerto da lui realizzato per la trasmissione radiofonica delle opere La Bohème e La Traviata con la NBC Symphony Orchestra nel 1946 (entrambe  incise prima su LP e quindi su CD dalla RCA Victor), Cantò anche per venti anni alla San Francisco Opera dal 1941 al 1961, interpretando 22 ruoli in 120 rappresentazioni.

Dopo aver compiuto un percorso artistico eccezionale e aver cantato in tutto il mondo, nel settembre 1973, ritornò a San Francisco per partecipare ad un concerto speciale in occasione del Concorso musicale Golden Gate Park, cantando con Luciano Pavarotti e la San Francisco Opera Orchestra diretta ancora da Adler; il concerto andò in diretta televisiva sulla rete KQED-TV. Quella sera, in un teatro all'aperto, vi era molto freddo ed un forte vento, e ad un certo punto, Pavarotti prese un lembo della sua lunga sciarpa avvolgendolo intorno al collo di Licia! Cantò fino al 1985.
È morta, all'etá di 105 anni, nella sua casa di Manhattan 15 agosto 2014.

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