giovedì 3 settembre 2015

Vocali miste nella Scuola Pavarotti-Freni


Mirella Freni sulla vocale A nel canto lirico, messa più avanti, mischiata con un po' di O:

D - La Signora parlando della A mi ha fatto venire in mente il problema dell'articolazione...

R - <<Sai, ci sono certi soprani che sono di Bel Canto e allora si preoccupano molto di più, diciamo, della qualità del suono, della linea, e trascurano, diciamo, la pronuncia (...) si deve studiare bene, per esempio, Le ho detto, io la A, io per natura la porto ad aprire, anche parlando, e mi va indietro e so che se io canto (accenna cantando) "A" mi va via... devo cercare di metterla più avanti, mischiata magari con un po' di O, che viene fuori la A giusta lo stesso e questo si deve anche studiare;

si deve cercare di mischiare anche le vocali
e poi non trascurare le consonanti che sono molto importanti per attaccarsi al suono in alto;

io, non so, posso dare un esempio qua, quando canto nella "Bohème" il "Donde lieta uscì", quando devo fare verso il finale (accenna cantando) "Bada", e lo faccio pianissimo, naturalmente tutto bene, questo, io, prima di attaccare questo 'Bada', dentro di me, nella mia testa, io sto pensando a una N (accenna l'attacco "nBA-") e sono là, ma se faccio "BA-" mi può portare la A bassa, io sto già pensando a una N (accenna nuovamente) "nBA-DA" e viene giusto (...)>> 

(da "Scuola di canto", presentata da Mirella Freni e Luciano Pavarotti, Modena, 1976)




Mirella Freni: una delle più celebrate Mimì, una meravigliosa Desdemona; una voce lirica di purezza e brillantezza splendida, indiscutibile dal punto di vista tecnico e interpretativo; una Cantante Lirica Italiana autentica. Io conosco molto bene la sua scuola; ho appreso gli stessi meravigliosi sistemi di emissione vocale e alcuni dei suoi "trucchi" migliori che mi sono stati trasmessi dalla mia splendida Maestra di Canto, Carmela Remigio, proprio mentre con lei preparavo l'Aria "Donde lieta uscì" di Puccini. Tra le principali caratteristiche:
- prima di ogni cosa la respirazione profonda diaframmatico - intercostale (non è mai abbastanza!)
- la ricerca di un suono bello, limpido, brillante, ricco di armonici
- la morbidezza di passaggio verso il registro acuto e la sicurezza di tenuta delle note
- il modo di pronunciare le vocali mentre si canta è fondamentale, soprattutto nei centri per tenere i suoni "sempre avanti", inclusi i pianissimi e i filati che in Teatro devono poter essere uditi fino al loggione.
Ho poi avuto la fortuna di conoscere e lavorare con il Maestro Leone Magiera, splendida guida, e apprendere da lui un sistema interpretativo relativo alla drammaturgia e alla psicologia del personaggio di grande livello artistico.


Un cordiale saluto a tutti!

M° Astrea Amaduzzi

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Vi aspettiamo dal 6 al 21 marzo 2016 per un fantastico appuntamento dedicato all'Opera Italiana nelle terre di Beniamino Gigli.

Si selezionano:
- 10 Cantanti e 2 Pianisti (partecipanti effettivi)
- 5 Uditori (Cantanti o Pianisti)
per un laboratorio tecnico, stilistico e interpretativo su Lucia di Lammermoor, La Traviata, La Bohème.

Il corso, della durata di 16 giorni, si articolerà nello studio approfondito di Arie e Scene d'insieme, sia dal punto di vista tecnico e interpretativo che della prassi esecutiva e scenica.


Il laboratorio si svolgerà a Recanati nei locali del Centro Internazionale di Studi per il Belcanto Italiano "Beniamino e Rina Gigli", al Teatro Persiani, nell'Aula Magna del Comune con il Pianoforte di Beniamino Gigli e al Teatro "La Rondinella di Montefano.


Gli Allievi saranno sempre in costantemente guidati dai Docenti del Corso, il M° Astrea Amaduzzi, Soprano Lirico di Coloratura, Docente di Tecnica Vocale ed esperta nella prassi esecutiva Belcantistica, e dal Maestro Mattia Peli, Direttore d'orchestra, Pianista e Compositore.
Pierluca Trucchia, Presidente dell'Associazione "Beniamino Gigli" di Recanati guiderà invece i partecipanti alla scoperta dei luoghi gigliani e curerà una visita al Museo Gigli di Recanati.

  
 A insindacabile giudizio dei Docenti, a fine corso, gli Allievi ritenuti idonei parteciperanno all'allestimento dell'Opera "La Traviata" di Giuseppe Verdi e i migliori saranno scritturati per un grande Concerto Internazionale estivo retribuito dedicato al Belcanto Italiano.

A ciascun Allievo effettivo sarà chiesta un contributo di partecipazione di 22 Euro giornalieri.


L'intero ricavato sarà devoluto all'Associazione Gigli per l'organizzazione delle numerose iniziative Culturali in collaborazione con il CISBI, Centro internazionale di Studi per il Belcanto Italiano. 



tel. (+39) 347 58 53 253


(+39) 3475853253
Contatto WhatsApp di Belcanto Italiano:
(+39) 347 58 53 253

mercoledì 2 settembre 2015

Respirazione diaframmatica e sostegno nel Canto Lirico di Anna Moffo


Per gli amici di Belcanto Italiano la preziosa testimonianza del Soprano Anna Moffo.
Ma leggendo, non va dimenticato che spesso troppe parole confondono gli Studenti e soprattutto che bisogna saper dimostrare con i fatti la validità di quanto si afferma nel Canto Artistico, esattamente come ha fatto questa grandissima Artista.

- "Anna," dissi, "Lei è di origine italiana, ha trascorso molto tempo in Italia, e parla la lingua italiana insolitamente bene. Che cosa significa per Lei il termine 'appoggiare'?"
- (...) "Tutte le volte che qualcuno mi ha detto, 'Appoggia bene,' ha sempre significato per me 'sostegno'." (...)
"Alcuni fanno l'attacco di glottide perché spingono nel fiato. Ciò è dannoso alla gola. Il mio problema più grande, se so di avere una grande frase, è che mi devo esercitare per 'non' prendere un grande respiro in più. Ho scoperto di avere più fiato di quel che pensavo. 
Io leggo spesso ad alta voce. Non dico, 'Mi chiamano Mimì,' (respiro affannoso), 'ma il mio nom'è Lucia,' (respiro affannoso), dunque perché dovrei farlo quando canto? Delle volte per lunghi e interminabili passaggi di note veloci prendo un fiato più profondo ed espando la schiena. Per me, il 'sostegno' significa semplicemente mettere il giusto quantitativo d'aria in ogni nota, e non lasciarlo mai calare, così che sia un tutt'uno...ogni nota ha la stessa energia. Ho come la sensazione che una colonna d'aria mi stia proprio fuoriuscendo da in cima alla testa, ma a partire dai piedi... Naturalmente non è così: parte dal diaframma. Io respiro dal diaframma e addome basso, assieme alla schiena."



- "Anna," I said, "you are of Italian descent, have spent much time in Italy, and speak the language unusually well. What does the word 'appoggiare' mean to you?"
- (...) "Whenever anyone said to me, 'Appoggia bene,' it always meant support." (...)
"Some people have a glottal attack because they slam into the breath. It's hard on the throat. My biggest problem is, if I know I have a big phrase, I must work 'not' to take an extra big breath. I have found I have more breath than I think I have.
I often read out loud. I don't say, 'Mi chiamano Mimì,' gasp, 'ma il mio nom'è Lucia,' gasp, so why should I when I sing? Sometimes for long, endless runs, I take a deeper breath and expand my back. To me, support is just putting the right amount of air under each note, and never letting it down, so it's all one piece...every note has the same energy. I feel as though a column of air is coming right out of the top of my head, but it starts at my feet... Naturally, it doesn't: it starts at the diaphragm. I breathe from the diaphragm and lower abdomen, along with the back."

(tratto da una intervista al soprano Anna Moffo condotta dal basso Jerome Hines, riportata in: J.Hines - "Great Singers on Great Singing", Doubleday, 1982) [trad. it. di Mattia Peli]

Cordialmente, M° Astrea Amaduzzi