IL SEGRETO DI FEODOR CHALIAPIN NELLA DIZIONE CHIARA DELLE CONSONANTI!!!
"(...) nell'esecuzione in pubblico si deve tener conto del fatto che la fusione delle consonanti e delle vocali non avviene allo stesso modo quando si suoni in una stanza di quando si suoni in una sala da concerto. Una lezione a questo proposito potrebbe essere data da Chaliapin, il grande basso russo del passato. Nessun cantante lo ha mai superato nella chiarezza della dizione. Ogni parola che egli cantava poteva sempre essere distintamente udita e capita dagli ascoltatori. La ragione (e forse la decisiva ragione) di questa abilità mi divenne chiara quando lo udii cantare molto da vicino; sembrava che egli esagerasse la pronuncia delle consonanti. La ragione di ciò era che egli sapeva, in base alla sua lunga esperienza di cantare in grandi sale, che una consonante pronunciata in un modo usuale non poteva essere ben udita da spettatori molto lontani. Questo è decisamente un istruttivo esempio che dimostra la necessità di quanto sia importante, in una grande sala, fare attenzione a bilanciare appropriatamente le consonanti con le vocali."
[dal Cap. I del manuale del violinista e didatta Ivan Galamian - "Principles of Violin Playing & Teaching", 1962 - trad. it. di R.Zanettovich per Ricordi (1991)]
[dal Cap. I del manuale del violinista e didatta Ivan Galamian - "Principles of Violin Playing & Teaching", 1962 - trad. it. di R.Zanettovich per Ricordi (1991)]
Trovo molto interessante la testimonianza del Violinista Galamin, soprattutto perché coerente con quello che mi raccomandava soprattutto i miei insegnanti: parlando di CANTO LIRICO, e quindi di PROIEZIONE DEL SUONO, è praticamente obbligatorio esagerare la pronuncia, senza trascurare assolutamente il valore espressivo comunicativo e sonoro delle CONSONANTI!
Dunque cari amici, bisogna riflettere: "Ogni parola che egli cantava poteva sempre essere distintamente udita e capita dagli ascoltatori. La ragione (e forse la decisiva ragione) di questa abilità mi divenne chiara quando lo udii cantare molto da vicino; sembrava che egli esagerasse la pronuncia delle consonanti. La ragione di ciò era che egli sapeva, in base alla sua lunga esperienza di cantare in grandi sale, che una consonante pronunciata in un modo usuale non poteva essere ben udita da spettatori molto lontani."
Buono studio a tutti, M° Astrea Amaduzzi
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