venerdì 12 dicembre 2014

Senza "Belcanto" niente "Verismo"

Londra, 24 maggio 1962: 
il tenore Giovanni Martinelli, in questa testimonianza, parla della tecnica del Belcanto e di quella del Verismo (ovvero: SENZA IL FONDAMENTO DEL "BELCANTO", NON E' POSSIBILE RIUSCIRE AD AFFRONTARE IL VERISMO) 

<<Dovete capire che come cantante in embrione sono stato educato quasi esclusivamente nella scuola del Belcanto. Le mie prime opere furono "Ernani", "Ruy Blas" di Marchetti e un lavoro lirico di Rossini che è lo "Stabat Mater". Dovevo ancora imparare come impiegare l'arte della declamazione senza in alcun modo compromettere la linea lirica o le frasi notevolmente lunghe in legato che sono l'autentica essenza e il cuore della scuola del Belcanto. La declamazione drammatica, come si trova nella scuola verista, o anche nell'Otello di Verdi, è un metodo completamente differente, e, perché uno possa integrare l'altro,  è essenziale che la voce sia preparata perfettamente, prima di provare un tale repertorio diversificato, oppure uno sventurato cantante può raggiungere un punto in cui è incapace di cantare una linea senza tremolio o di declamare e di rimanere intonato. Dunque, quando inizialmente cominciai il lavoro su "Fanciulla" conoscevo solo l'arte del Belcanto ed eccezion fatta per le frasi "Quello che tacete me l'ha detto il cor", o l'altra più famosa "Ch'ella mi creda libero e lontano" per il tenore, e veramente pure per il soprano e il baritono, "La Fanciulla" è fatta di declamazione drammatica. Trovai questo particolarmente difficile dapprima, ed ero più incline a cantare le frasi che dovevano essere declamate; come dicevo, questo era completamente sbagliato. Il risultato, la reazione di Toscanini alla mia mancanza: "No, no, no, no, no", egli disse, "così non può andare!">>

Una testimonianza del grande Tenore Giovanni Martinelli
<<You must understand that as an embryonic singer I had been trained almost exclusively in the Bel Canto school. My first Operas were "Ernani", "Ruy Blas" of Marchetti and a lyric work by Rossini (which) is "Stabat Mater". I had still to learn how to use the art of declamation without in any way imperil the lyric line or the long outstanding legato phrases which are the very essence and heart of the Bel Canto school. Dramatic declamation as found in the Verismo school, (or) even in the Otello (by) Verdi, is an entirely different method and, why one can complement the other, it is essential that the voice be set perfectly before attempting such a diversified repertoire or an unfortunate singer can reach a point where is unable to sing a line without the wobble or to declaim and stay on pitch. So, when I originally started to work on the "Fanciulla" I knew only the art of Bel Canto and except for the phrases "Quello che tacete me l'ha detto il cor", or the other more famous "Ch'ella mi creda libero e lontano" for the tenor, and really also for the soprano and baritone, "La Fanciulla" is made of dramatic declamation. I found this especially difficult at first and was more incline to sing phrases which should have been declaimed; as I said, it was all wrong. The result, Toscanini's reaction to my deficiency: "No, no, no, no, no", he said, "this will never do!">>


Cari amici, la chiave di lettura essenziale in questa lezione di canto del grande Tenore Giovanni Martinelli è questa: 
"è essenziale che la voce sia preparata perfettamente, prima di provare un tale repertorio diversificato, oppure uno sventurato cantante può raggiungere un punto in cui è incapace di cantare una linea senza la vocale o di declamare e di rimanere intonato."

Che vuol dire? Semplicemente che senza una tecnica vocale raffinata e sicura, fatta di studio serio e appassionato, di frasi lunghe e legate, non si costruisce nemmeno una vocalità più "verista"! 

Per chi voglia ascoltare l'intervista al grande Tenore ecco il link diretto:


Un saluto cordiale, M° Astrea Amaduzzi

www.belcantoitaliano.com

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