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martedì 18 agosto 2015

Franco Corelli insegna la tecnica delle 5 vocali




Franco Corelli: un tenore leggendario, uno dei più grandi cantanti di tutti i tempi, un vero miracolo tra dote e Tecnica Vocale.

Allievo di un altro immenso Tenore, Giacomo Lauri - Volpi, pur avendo una voce poderosa e potente, aveva studiato come realizzare un pianissimo o un filato, dimostrando grandissima sensibilità e assoluto rispetto nei confronti delle partiture, nel pieno rispetto della volontà di ciascun Compositore.


Innanzi tutto egli afferma che il canto lirico non è un fatto così tanto naturale.
Ed è proprio vero. Ricordo ancora quando, nella mia prima lezione di Canto che mi impartì il Maestro Ennio Vetuschi, Tenore, egli mi disse: "Per imparare a cantare bene tu devi far risuonare la voce, amplificandola, e il sistema non è uguale a come quando parli o canti normalmente, perché il Canto Lirico si fa con la voce impostata".

Questo naturalmente non vuol dire che cantando dobbiamo storpiare suoni e gonfiarci fino a scoppiare quando respiriamo, ma una cosa è certa: il Canto Lirico è fatto di ADATTAMENTI VOCALICI, differenti aperture e giochi tra mandibola e lingua, e un eccellente apporto e gestione del fiato.

Ma lasciamo la parola direttamente al meraviglioso Tenore Franco Corelli: (Ita / Engl)



FRANCO CORELLI E LA TECNICA DELLE 5 VOCALI

<<Quando cantavo agli inizi, non pensavo a dove collocare una nota; aprivo la bocca e cantavo.
Quello non è cantare con la tecnica, è un canto naturale.
Cantare con la tecnica è quando si pensa a dove mettere la voce.
Tutte le note devono andare verso lo stesso punto...
[Cantò "I, E, A, O, U", poi ripeté questa sequenza in modo errato con ciascuna delle cinque vocali
eseguita con differenti aperture e chiusure, e con diversi tipi di posizionamento,
alcuni chiari ed altri scuri.] Tutte le vocali devono essere dirette verso lo stesso punto.>>

<<When I sang in the beginning, I never thought where to place a note;
I opened my mouth and I sang.
That is not singing with technique, that is natural singing.
Singing with technique is when you think where to place the voice.
All the notes must go toward the same point...
[He sang "ee, eh, awe, oh, oo", then he repeated this incorrectly
with each vowel done with different openings and closings, different types of placement,
some bright and some dark.] All vowels must be directed to the same point.>>

(tratto da una intervista al tenore Franco Corelli condotta dal basso Jerome Hines,
riportata in: J.Hines - "Great Singers on Great Singing", Doubleday, 1982)
 
[trad. it. di Mattia Peli]
 

Un cordiale saluto a tutti, M° Astrea Amaduzzi


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Con Astrea Amaduzzi Soprano & Singing Teacher
e Mattia Peli, Conductor, Pianist & Composer.
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venerdì 21 novembre 2014

Beniamino Gigli e la giusta tecnica

"...bisogna saper usare bene la giusta tecnica di emissione assieme alla respirazione diaframmatica... 
...cantando sul fiato e sulla parola, appoggiando in maschera senza usare suoni gutturali o nasali..." BENIAMINO GIGLI


Una lezione di canto a dir poco straordinaria, riassunta in pochissime parole dal grande Tenore Beniamino Gigli.

Sostanzialmente Gigli riassume i dettami più importanti di una vera e indispensabile Tecnica Vocale in tre punti:

1) "usare la giusta tecnica di emissione" CHE VUOL DIRE?
- L'emissione vocale avviene in gola, precisamente nella LARINGE per opera dell'adduzione delle corde vocali. La LARINGE è uno strumento vocale MOBILE e FLESSIBILE, forzare la sua posizione e forzare il volume significa sostanzialmente cantare malissimo e con grande sforzo. Usare "la giusta tecnica di emissione" vuol dire lasciare in pace il proprio strumento vocale laringeo, facendo in modo che esso si muova e scivoli flessibilmente come e dove vuole.

2) "cantando sul fiato e sulla parola" CHE VUOL DIRE? Che senza un uso SAPIENTE della gestione del FIATO, la voce lirica non avrà il carburante necessario per funzionare. Quindi cari studenti di Canto, studiate la respirazione DIAFRAMMATICO - INTERCOSTALE, usata da Gigli, Caruso, Ponselle e da tutti i titani del Belcanto nel mondo!

"cantando sulla parola" CHE VUOL DIRE?  Non possiamo dimenticare che l'Opera è teatro in musica, e benché nell'emissione lirica (specialmente ACUTA) siano necessari dei piccoli aggiustamenti nella pronuncia soprattutto delle vocali, non dimentichiamo di cercare di articolare al meglio vocali e consonanti con un uso sapiente delle labbra!

3) "appoggiando il suono in maschera senza usare suoni gutturali o nasali" CHE VUOL DIRE?
La tecnica del canto POP e quella del canto lirico, contrariamente a quanto dichiarato da decine di siti e scuole che la fanno molto facile, sono COMPLETAMENTE DIVERSE.
Il canto lirico mette in risonanza sia la cassa toracica (voce di petto) che le cavità presenti nella testa (voce di testa). La voce che "risuona in testa" viene da secoli chiamata "MASCHERA" e dev'essere SEMPRE PRESENTE anche quando usiamo la voce di petto. Gigli ci dice praticamente che la produzione dei suoni nel canto lirico non deve fermarsi in gola ma deve usare proprio i risuonatori alti per essere ben amplificata e udibile e non sforzata. 

La sensazione della "MASCHERA" nel Canto Lirico

L'idea della "maschera" certamente non dev'essere un'ossessione, (bisogna comunque evitare qualsiasi rigidità!!!!) ma è un concetto FONDAMENTALE nella scuola italiana.

Ringraziamo il sito http://www.michelangeloverso.com/Gigli_IT.htm per l'importante contributo

Un saluto cordiale a tutti, M° Astrea Amaduzzi


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