"SOLTANTO IL FIATO DEVE ESSERE SEMPRE IN COLONNA COL SUONO, NATURALMENTE PERCHE', SE MANCA IL FIATO, ADDIO LINEA DI BEL CANTO!" (Conversazione tra Arturo Toscanini e Giuseppe Valdengo)
<<Circa il personaggio di Falstaff, il maestro me lo illustrò fin nei più piccoli particolari ed esigeva una interpretazione permeata di realismo e di verismo quanto maggiore possibile, ma che non pregiudicasse né l'ideale drammatico né l'ideale comico. Mi diceva. "Falstaff non è buffone come lo pensano e lo interpretano molti artisti; sono le situazioni in cui si mette che lo rendono buffo. Lui è convinto di piacere a tutte le donne, altrimenti non cadrebbe in una seconda burla, quella del bosco e delle fate. E' chiaro?". "Sì, maestro", rispondevo e lui si infervorava sempre più nel segnalarmi le caratteristiche di quel singolare personaggio. "Il suo canto", proseguiva Toscanini "deve essere rilassato, non mai isterico, anche quando la collera lo assale. Le persone grasse sono in genere sempre flemmatiche, bonarie, non si lasciano mai andare a gesti violenti. Anche quando Falstaff ordina ai servi di lasciarlo solo con la Quickly, lo fa, ma senza urlare e senza degnarli di uno sguardo. I servi oggi ci sono e domani non ci sono: bisogna quindi far sentire il distacco. Ricordati poi, che, cantando la parte di Falstaff, dovrai sempre in certo qual modo farti tirare dall'orchestra, e quell'attimo di ritardo, darà più netto, a chi ascolta, il senso della pesantezza del personaggio... "Soltanto il fiato deve essere sempre in colonna col suono, naturalmente perché, se manca il fiato, addio linea di bel canto!">>
Conversazione tra Arturo Toscanini e Giuseppe Valdengo - Giuseppe Valdengo "Scusi, conosce Toscanini?" Musumeci Editore 1984, p. 77 - www.belcantoitaliano.com
Nessun commento:
Posta un commento