Ugo Benelli sulla dizione delle consonanti e sulle vocali negli acuti
<<Per anni s'è detto che il belcanto si fa cantando con le vocali. Non è vero: si canta anche con le consonanti. Come potrebbe Belcore rendere la frase: "ti avrei strozzato, ridotto in brani", senza accentuare le consonanti? Tutto è importante, tutto si deve "cantare". (...)
Talvolta essere fedeli alle vocali scritte non è facile, soprattutto sugli acuti... Ovviamente i grandi compositori sapevano quale vocale mettere... sul si naturale della "Donna è mobile" c'è la "e" di pensier, perché è una vocale che esce sempre, così come su "un trono vicino al sol", c'è la "o", che corre con facilità. È difficile trovare un acuto sulla "a", e quando capita, di solito il suono della voce si avvicina più ad una "o".
Riguardo alla "i", c'è chi l'ha molto facile, ma sugli acuti è decisamente ostica, perché può farti spezzare il suono in gola.>>
(Ugo Benelli, da: Giorgio De Martino - "Cantanti, vil razza dannata" - La vita e gli incontri di Ugo Benelli - Zecchini, 2002)
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